Liceo Alessandro Volta

Liceo Scientifico – Liceo Classico – Liceo Sportivo

Liceo Alessandro Volta

Libriamoci (A.S. 2019-2020)

Libriamoci: i libri ci danno le ali

18-24 novembre 2019, settimana dedicata alla lettura ad alta voce

Anche quest’anno il Liceo Volta partecipa a Libriamoci, il progetto nazionale che promuove l’attività di lettura in tutte le scuole. L’iniziativa, giunta alla sua sesta edizione, è stata sposata dal nostro Liceo fin dal suo esordio ed è proseguita, negli anni, con attività diverse, condotte però nello stesso spirito iniziale: valorizzare l’oggetto-libro, dando vita alle storie che contiene attraverso la lettura ad alta voce.

Nella settimana convenuta (dal 18 al 24 novembre) alcune classi del Volta (classico e scientifico) hanno lasciato le aule di Viale dei Mille e la routine quotidiana per recarsi nella Scuola Primaria Salvetti, dove erano attese dal pubblico attentissimo dei bambini.

Leggere ad alta voce è un’esperienza magica e antica. Il gesto risveglia un’emozione sia in chi parla che in chi ascolta, forse perché fa pensare all’infanzia: l’infanzia di ciascuno di noi (chi non ha avuto, da piccolo, un adulto che leggesse per lui?), ma anche l’infanzia storica dell’umanità (cos’altro erano gli aedi se non antichissimi lettori di storie, le storie millenarie che passavano di bocca in bocca, incise nelle pagine della mente?).

Abbiamo voluto rinnovare quel gesto, riassaporare la magia che esso porta con sé. Per farlo, abbiamo mescolato le carte: gli studenti liceali si sono improvvisati maestri, per un giorno, e i più piccoli li hanno accolti in classe, in cattedra, pronti all’avventura.

I testi sono stati scelti dall’Albero dei Libri del Liceo Volta. Li abbiamo sezionati tra quelli che potevano essere più adatti al pubblico dei piccoli. Tanti i titoli: dal Mago dei numeri al Giardino segreto, dal Cucciolo a Grom, da Nati due volte a Streghe, da Riccardin dal ciuffo a Io non ho paura. Abbiamo cercato di variare il più possibile, proponendo storie di avventura e di fantasia, storie di grandi imprese, storie di paura e di magia, ma anche storie vere del nostro tempo, che facessero riflettere e pensare.

In classe la lettura è stata l’attività principale, ma non l’unica. Ad essa si sono intrecciati anche momenti diversi: domande e risposte, commenti, battute, curiosità, piccole narrazioni, ma soprattutto giochi, nati a partire da una parola letta (facile o difficile, nota o nuova, seria o buffa) oppure da un suono, da una sillaba o da un disegno. In questa fase i bambini si sono scatenati in una gara di fantasia e creatività, e hanno giocato con la lingua italiana creando rime, acrostici, catene sillabiche, immagini curiose, metafore, scioglilingua e molto altro ancora.

Nel complesso è stata una mattina diversa e istruttiva per tutti, in cui i libri – anche i più elementari e semplici – ci hanno mostrato ancora una volta quante cose si possono fare con loro e grazie a loro, con serissima leggerezza.

Ecco i commenti rilasciati dagli studenti del Volta a fine esperienza.

Sabiana Brugnolini

Commenti degli studenti della 2E Liceo Scientifico:

Ci è toccata una prima elementare. I bambini si sono mostrati molto attenti e vogliosi di ascoltare chi stesse leggendo. Nonostante la storia di Riccardin dal ciuffo non fosse tanto adatta alla loro età, si sono impegnati cercando di capire il suo significato e interpretandola a modo loro, talvolta anche bizzarro. Chi leggeva doveva riuscire a mantenere un tono di voce alto e cambiare intonazione in ogni dialogo nel momento giusto per cercare di coinvolgere il più possibile i bambini senza farli annoiare. Dopo una breve spiegazione delle pagine appena lette, siamo passate ai giochi. I bambini si sono mostrati molto interessati a ciò che proponevano e, malgrado conoscessero solo poche lettere dell’alfabeto, essendo in prima elementare, hanno partecipato attivamente con il nostro aiuto, trovando addirittura parole molto difficili. Tutti, nessuno escluso, hanno lavorato con curiosità e attenzione; dato che ognuno voleva avere la parola si creava a volte un po’ di confusione, ma anche grazie all’aiuto della maestra siamo riuscite alla fine a fare tutto tranquillamente.

Lunya Carnazza, Benedetta Gambelli, Giulia Ghini e Sofia Rega


L’esperienza di Libriamoci è stata molto divertente e istruttiva. Noi eravamo in una classe terza. I bambini hanno risposto in modo positivo all’attività: durante le letture sono stati attenti e hanno partecipato attivamente a giochi di parole come l’acrostico oppure si sono divertiti a sostituire delle parole all’interno dei brani.

Alcune delle frasi che gli alunni hanno ideato sono queste:

“La mia amica Rosa balla insieme agli uccelli e alle anatre”

“L’orso mangia il lecca-lecca dentro lo zaino nero dell’elica dell’orto”

“L’arcobaleno taglia l’altalena con le rose delle nuvole”.

Alcuni bambini, entusiasti dell’attività, ci hanno anche regalato dei disegni.

Giulia Funaioli, Matilde Carli, Sofia Lorenzoni e Caterina Castelli


Arrivati nella classe (una quinta), abbiamo iniziato a leggere il libro Il mago dei numeri, disegnando alla lavagna i giochi matematici che contiene. La classe è apparsa subito pronta e vivace, per cui l’attività si è svolta nel migliore dei modi. A un certo punto nel libro c’era anche un gioco sulle potenze, che loro ancora non conoscevano, così ci siamo improvvisati maestri spiegandogliele.

La seconda lettura è stata tratta dal libro Ero cattivo, svolta anch’essa perfettamente. Alla fine del secondo brano abbiamo chiesto se volevano farci una piccola sintesi. Una bambina di nome Emma alzando la mano è intervenuta splendidamente dimostrando una memoria ferrata. Dopo le due letture abbiamo fatto un paio di giochi. Il primo consisteva nel trovare delle parole inizianti con l’ultima sillaba di quella precedente oppure in rima o molto simili graficamente, per poi creare delle frasi sfruttando tali giochi di parole e di suono. La fantasia dei bambini ha fruttato molte frasi bizzarre come “Nel regalare mi devo regolare”, “Il marinaio urtò la stella con lo yoyo” oppure “Il marinaio rema in uno yogurt alla crema”. Il secondo gioco era “nomi, cose, città…” rivisitato: data una lettera, dovevano trovare un sostantivo, un aggettivo, un verbo e un complemento per poi comporci una frase con allitterazione.

I bambini si sono divertiti così tanto che, arrivati all’ora di andarcene, ci hanno pregato di rimanere.

Filippo Verdini, Giulia Cetoloni, Riccardo Lippi e Jack Pazzagli


La maestra ci ha accompagnati in 4ªD proprio durante il compito in classe di italiano. Lo ha fatto sospendere e noi siamo potuti entrare.
I libri che abbiamo portato erano Il giardino segreto di Frances Burnett e Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà di Luis Sepulveda.
Francesco ha iniziato la lettura del libro di Sepulveda e i bambini erano attenti e silenziosi. Alla fine del capitolo, anche se incitati dalla maestra, non avevano molte domande.
Anche durante la lettura de Il giardino segreto da parte mia e di Tommaso Bruchi i bambini erano veramente poco loquaci, tranne un ragazzo che ogni volta, terminato il testo, si ricordava quasi perfettamente tutti gli avvenimenti presenti e sapeva parole anche molto difficili.
Alla fine, per rompere un po’ il silenzio, abbiamo proposto di fare un gioco, l’Acrostico.
Francesco per spiegarlo è andato alla lavagna e ha scritto il suo nome, quindi ha chiesto ai ragazzi di trovare un aggettivo che iniziasse con ciascuna lettera del nome.
Ciò che è uscito era:

Forte
Ragionevole
Atletico
Nano
Coraggioso
Elegante
Saggio
Calmo
Onesto

A quel punto il ghiaccio si è rotto e i bambini hanno iniziato a ridere e a scherzare con noi.
Successivamente chiediamo a un ragazzo di dire il suo nome per fare un altro esempio di Acrostico, ma il nome era impronunciabile e pieno di lettere straniere, così chiediamo al suo compagno di banco, ma era straniero anche lui.
Alla fine ci è venuta in aiuto la maestra: ha distribuito ai ragazzi dei foglietti, chiedendo a ciascuno  di provare a fare l’Acrostico col suo nome.
Il gioco è stato molto apprezzato e ha occupato il resto del tempo a nostra disposizione. Nonostante un ragazzo del nostro gruppo ci abbia lasciati (Tommaso Francioli), l’esperienza ci è piaciuta molto, molto più dell’anno scorso dato che questa volta la classe che ci è capitata (una quarta) era più sveglia e matura.

Tommaso Nicodimos, Tommaso Bruchi, Francesco Lanciotti


Commenti degli studenti della 1C Liceo Scientifico:

Un racconto da bambino a bambino.

La settimana scorsa abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto abbastanza insolito. Quest’ultimo consisteva nell’andare a leggere ai bambini delle scuole elementari, dei racconti a nostra scelta.  Per prima cosa, la mattina del giorno prefissato, ci siamo recati alla scuola primaria; qui siamo stati accolti da alcune insegnanti che ci hanno smistati in sei classi. Quando sono entrato nella mia, insieme al mio gruppo, sono stato travolto dalla loro allegria, e dalle loro timide domande. In quella stanza regnava una tale felicità, che avrebbe ricordato a chiunque i bei momenti passati durante l’infanzia. Così tra una risata e l’altra ci siamo messi a leggere i nostri racconti. Essi, a differenza di quando eravamo entrati,  si erano fermati ad ascoltarci in silenzio. Dai loro volti si poteva notare quanto fossero affascinati dalla storia, che gli stavamo illustrando. Alla fine delle due, previste dal progetto, abbiamo salutato e siamo tornati a scuola. In conclusione ho apprezzato questa iniziativa, soprattutto perché mi ha ricordato quei bei momenti che ho vissuto durante la mia infanzia.

Alessandro Zazzeri, 1^C Liceo Scientifico


L’uscita all’elementari è stata molto entusiasmante, soprattutto per i bambini perché mi ha riportato a quando c’ero io al loro posto.

Arrivati lì siamo stati accolti molto bene soprattutto dai bambini che ci venivano a salutare e a conoscere. Quando poi abbiamo iniziato a leggere i bambini stavano ad ascoltarci e partecipavano ridendo e scherzando. Quindi è stata proprio una bella esperienza.

Alice Bucci, 1^C Liceo Scientifico


L’esperienza che abbiamo svolto è stata unica, appena ho messo piede nella scuola ho avuto una certa nostargia delle elementari. Mi è piaciuta tanto l’ospitalità dei bambini che sono stati veramente dolci. Ogni tanto si sentivano le voci dei bambini pigolare degli allegri “CIAO!” o degli innocui “TI SIEDI ACCANTO A ME?”. Nella classe in cui ero io ci hanno accolto come fossimo dei loro compagni e ci osservavano con aria stupita ogni volta che ci muovevamo come per paura di vederci andare via. Ognuno di noi ha portato un libro da leggere, sono stata sorpresa nel vedere che ci ascoltavano rapiti dai racconti di: città lontane, castelli e boschi incantati. Secondo me è stata un’esperienza molto educativa e volentieri la rifarei.

Artemisa Zyko, 1^C Liceo Scientifico


ALLE ELEMENTARI

Il giorno 19 novembre insieme alla mia nuova classe siamo a leggere dei libri a dei ragazzi della scuola elementare che erano molto più piccoli di noi avendo un minimo di quattro anni meno. Appena la professoressa ci ha dato la notizia di questa uscita sono stato molto entusiasta, perchè solitamente la sera prima di andare a letto leggo due o tre pagine di un libro a mia sorella che anche lei fa prima elementare e di conseguenza era in linea con l’età ed infatti ho pensato di portare il libro “Il giornalino di Gianburrasca” che le leggo ogni sera prima di andare a dormire, lei ad ogni momento della lettura è molto felice ed è così che ho deciso di proporre questo libro. Appena siamo arrivti ero molto felice di essere lì e rivedere tutti quei bambini piccoli mi ha fatto molto effetto perchè pensare che una volta c’ero io lì nn mi poteva sembrare vero. Quando finì l’intervallo abbiamo iniziato a leggere i nostri libri. Io non ho iniziato subito ma per terzo; nell’attesa che toccasse a me stavo osservando la classe e tutti i ragazzi che erano molto bravi e non stavano facendo molta confusione nonostante fossero una classe della seconda elementare.

Appena toccò a me ero molto agitato ed avevo paura di sbagliare a leggere una parola e non fare capire loro il significato della frase, ero molto teso non solo per l’emozione che provavo in quel momento ma anche perchè c’era una maestra che stava letteralmente “terrorizzando” i suoi alunni e anche noi perchè gli sgridava sempre per qualunque cosa facessero. Quando iniziai a leggere, la tensione mi passò tutta all’improvviso e cominciai ad essere più calmo, appena finii i bambini mi fecero un applauso e io rimasi molto contento e anche convinto che avessero apprezzato la lettura o almeno in parte. Alla fine tornammo alla nostra scuola e svolgemmo lezione. Nonostante la maestra è stata una bella gita e mi sono molto divertito.

Edoardo Burresi, 1^C Liceo Scientifico


Poco tempo fa la professoressa di italiano ci ha parlato di una iniziativa che, al momento, mi è sembrata  piuttosto insolita. Ci ha detto che il 19 novembre saremmo andati in una scuola primaria  ed avremmo dovuto leggere un brano di un libro ad alcuni ragazzi della scuola. Ognuno di noi avrebbe dovuto  scegliere  qualcosa da leggere. Ma quale libro scegliere?  Dopo aver cambiato diverse volte idea alla fine ho deciso che avrei letto  “Chichibio”, una novella del mio compaesano Boccaccio,  in una versione semplificata per ragazzi. La mattina ci dividemmo cinque o sei per classe. All’inizio ero piuttosto imbarazzato. Appena entrati ho notato subito le espressioni dei ragazzi che ci gurdavano con un’aria all’inizio stupita e subito dopo, scoperto la ragione della nostra presenza, piuttosto divertita. Ho preso il libro ed ho cominciato a leggere. Volevo renderli partecipi e quindi ho cercato di essere il più espressivo possibile con il  tono della voce e con i  gesti. Ad un certo punto ho avuto la sensazione di non essere seguito e che i ragazzi si fossero distratti, così ho usato le belle illustrazioni del libro per cercare di catturare di nuovo l’attenzione. Sono stato senz’altro aiutato dalla novella scelta che è divertente ed ironica, e questo ha scatenato anche qualche risata. Mentre ascoltavo anche i miei compagni leggere ho pensato che fatica sia fare l’insegnante, dovendo continuamente escogitare stratagemmi per attrarre la nostra attenzione.

Edoardo Poli, 1^C Liceo Scientifico


VISITA  ALLA  SCUOLA  ELEMENTARE  “SALVETTI”

Tornare in un ambiente che ormai non vedevo da più di quattro anni è stato molto bello, perché mi sono tornati a mente molti momenti che hanno caratterizzato la mia infanzia. A quelle età siamo sempre felici e pieni di energie, con una costante voglia di scherzare che diventando più grandi in gran parte perdiamo. Ad esempio mi ha colpito la gioia che hanno mostrato i bambini nel vedere che avevo con me un libro che loro conoscevano, oppure la risata di un gruppo di bambini dopo aver scoperto che mi chiamavo come uno di loro. Un po’ mi manca essere un bambino, con i suoi due o tre migliori amici con cui passa tutta la giornata, con tanta voglia di dare affetto quanta di riceverne. È strano come la vita possa cambiare di aspetto in pochi anni, quindi il mio consiglio è quello di godersi la propria vita comunque sia!

Matteo Zampacavallo, 1^C Liceo Scientifico


Martedì 19 siamo andati alla scuola elementare di Colle per leggere dei libri da noi scelti.
Ci siamo divisi in gruppi e ognuno è andato in una determinata classe assegnata. Io insieme a Leonardo e Jacopo siamo andati in seconda. Entrare in quella scuola, mi ha fatto rivivere le esperienze passate e questo mi ha messo un po’ in ansia. Appena siamo entrati nella classe seconda ero un po’ preoccupata di fare degli errori, ma i bambini, soprattutto a quell’età, hanno trasformato le insicurezze nel nostro punto di forza e se sbagli loro sono lì con te che ti sostengono.

Elisabetta Peculi, 1^C Liceo Scientifico


Martedì 19 novembre noi della 1C ci siamo diretti verso la scuola primaria “Salvetti”. Nei giorni precedenti ci eravamo già organizzati in gruppi, divisi poi nelle rispettive classi dove avremmo dovuto intrattenere dei bambini con la lettura di alcuni libri portati da noi. Nel mio gruppo avevamo deciso di andare nella prima pensando che i dolci fanciulli avrebbero accompagnato la nostra lettura con ammaliante silenzio fanciullesco. MAI errore fu più grande, il chiasso, dopo le due letture, era incontrollabile l’attenzione sotto le scarpe. Visto che non erano molto attenti abbiamo deciso di renderli più partecipi tramite alcune domande, il CAOS, urla che si sovrastavano, bambini che dopo aver alzato la mano (come è giusto) venivano ignorati perché altri fanciulli li eclissavano raccontando tutto e dico TUTTO della loro vita. Alla fine di una lettura provavamo far fare loro un riassunto dinanzi alla classe e le risposte erano su per giù…

-Ti è piaciuto il racconto?

-Sì!

-Di cosa parlava?

-Ehmmm……… parlava.. di….una… città?

Tralasciando questo, ho trovato il progetto davvero interessante, penso che nelle classi tipo 4° e 5° possono aver invogliato qualche ragazzo a leggere.

Giammarco Filippini, 1^C Liceo Scientifico


Alla scuola” Salvetti” ci hanno accolto due maestre, ci siamo divisi in gruppi per andare nelle classe e a me è toccato la prima. Appena entrati un bambino è corso verso di noi ad abbracciarci, ma la maestra  l’ha brontolato e l’ha fatto sedere. Poi abbiamo incominciato l’attività leggendo alcuni libri, poi ad una compagna è venuta l’idea di disegnare alla L.I.M. la copertina di un libro appena letto e i bambini l’hanno ricopiato. Quando abbiamo  finito, siamo passati fra i banchi a mettere i voti, su tutti i disegni abbiamo scritto 10 ma ad un bambino è venuta la brillante idea di aggiungere la lode dopo il proprio  voto, così tutti i bambini sono diventati gelosi lui, perciò noi siamo dovuti  ripassare fra i banchi per aggiungere la lode a tutti. Poi un bambino si è disteso sul banco per darmi il cinque. Un altro, mentre gli altri disegnavano si è alzato, si è messo a fissare la cartina fisica dell’Italia, io sono andato da lui a chiedergli perché la fissava e lui mi rispose perché voleva sapere dove si trovava. Dopo tutto è stata una bella esperienza che mi ha fatto fare un salto all’indietro facendomi pensare quando ero i loro posto.

Gregorio Corti, 1^C Liceo Scientifico


I Bambini

Mentre noi camminavamo il cielo si faceva sempre più scuro era come se qualcuno stesse fumando un sigaro e l’aria si stesse rabbuiando per via del fumo.Lo scenario cambiò drasticamente quando arrivammo alla scuola elementare, era tutto così colorato, le pareti erano state tutte dipinte e all’ingresso fummo accolti molto calorosamente dalle maestre, ne sentivo quasi la mancanza di un mondo così tranquillo, mi sembrava di stare come in una bolla, o meglio di sentirmi protetta.Fummo smistati nelle classe che ci erano state assegnate, ognuno di noi con un libro più o meno grande che agli occhi di quei bambini ci faceva sentire come persone molto rispettabili, ma non quelle che ti fanno scappare a gambe levate dalla paura, ma bensì quelle buone.La mia classe era la 5°, devo dire non ricordo bene la sezione, però come dimenticare quelle piccole facce che da lì sotto con i loro occhietti ti scrutavano in cerca di capirci di più.Per tutto il tempo in cui stettimo lì non ci staccarono gli occhi di dosso, ognuno di loro era attratto da ogni nostra minima parola ed erano così concentrati che a volte avevi anche paura di sbagliare e di perdere quell’atmosfera che si stava creando, come un legame tra noi e loro formato solo da silenzio e piccole parole che se volevano sapevano catturarti per sempre.  Quando leggevamo sembrava che l’aria si facesse più leggera e che i nostri piccoli ascoltatori ne fossero come inebriati tant’è che furono le maestre a fermare questo momento così bello, dato che anche noi nell’ascoltare gli altri eravamo tornati bambini e ci dispiaceva lasciare quel posto così caro ai nostri ricordi per tornare alla dura realtà, tanto da perdere perfino la concezione del tempo.Questa esperienza mi ha fatto riaffiorare dei bellissimi momenti del mio passato che posso solo rivivere attraverso i miei ricordi poiché non potrò più avere la possibilità di riviverli.

Giulia Gramola, 1^C Liceo Scientifico


Resoconto dell’esperienza di lettura ai bambini della scuola primaria “Salvetti”.

Il progetto a cui ha aderito la classe 1^C del Liceo Alessandro Volta è andato a coinvolgere i bambini della scuola primaria “Salvetti”. Il progetto affrontato è riuscito a stabilire un contatto fra il lettore e l’ascoltatore, nonostante la differenza di età.
I libri hanno dimostrato la loro vera importanza: riuscire a collegare due persone.
Gli alunni della primaria hanno ascoltato e interagito con i ragazzi rendendo ancora più coeso il gruppo di lettura. Alcune letture sono state leggermente complesse per i temi che trattavano, ma ciò non ha creato nessun problema, i bambini si sono mostrati interessati e si sono confrontati con i lettori per comprendere in miglior modo alcuni argomenti.
Appena i ragazzi sono entrati in classe i bambini li hanno accolti con un caloroso abbraccio.
Essi hanno scelto le letture con cui preferivano cominciare, attraverso una votazione per alzata di mano. Le letture che hanno ottenuto più voti sono state le favole, così i bambini si sono messi in cerchio per ascoltarle.
Il progetto non si è concluso con il suono della campanella, poiché gli alunni della primaria hanno donato ai ragazzi dei magnifici disegni raffiguranti i momenti della lettura.
I disegni sono stati appesi alle pareti della classe in ricordo di questa esperienza costruttiva.
È importante fare i più sinceri complimenti ai bambini che hanno saputo rendere più vivaci e gioiose le letture.

Jacopo Morelli, 1^C Liceo Scientifico


Il giorno 19 novembre 2019, io e la mia classe siamo andati presso la scuola elementare Antonio Salvetti per un progetto. Esso consisteva nel leggere dei testi ai bambini di varie età: per questo motivo ci siamo dovuti organizzare per l’assegnazione della classe, in mondo tale che i libri scelti fossero idonei all’età degli alunni. Una volta arrivati, dopo una breve passeggiata, ci siamo subito divisi nelle sezioni a noi assegnate: io ero in quarta. Le maestre e i bambini ci hanno accolto in modo caloroso. Ho da subito notato che i ragazzi erano piuttosto interessati a ciò che stavamo per fare, tantoché volevano che ci sedessimo in mezzo a loro per scrutare meglio.
Ognuno di noi si è presentato e, dopo aver introdotto brevemente l’argomento, abbiamo cominciato a leggere. Abbiamo letto loro storie provenienti dal Decameron, La Nonna sul Melo, Il Piccolo Principe e delle barzellette.
La lettura delle barzellette è spettata a me: all’inizio avevo il timore che nessuno ridesse, e ciò poteva portarmi a provare molto imbarazzo, ma, al contrario delle mie aspettative, la maggior parte dei bambini ha cominciato a ridere senza più fermarsi, tanto da contagiare anche la maestra.
Durante lo svolgimento di queste letture c’è stato di mezzo l’intervallo, che è durato all’incirca mezz’ora e durante il quale ci siamo confrontati parlando delle nostre emozioni e sensazioni. Una volta finita la pausa, abbiamo ripreso le nostre letture e, a differenza di quanto mi aspettassi, i bambini ci stavano ancora ascoltando con grandissimo interesse. Personalmente, il tempo mi è passato velocemente, forse perché ho da subito rotto il ghiaccio e mi sono sentita a mio agio.
Finiti i nostri racconti siamo andati via, camminando velocemente durante il tragitto di ritorno per riuscire ad arrivare prima che l’intervallo finisse.

Lavinia Tumminaro,1^C Liceo Scientifico


VISITA ALLA SCUOLA ELEMENTARE SALVETTI

Il giorno Martedì 18 Novembre abbiamo visitato la scuola elementare Salvetti. All’arrivo ci hanno smistato nelle varie classi. A me è toccata una quinta. Quando siamo entrati nell’aula i ragazzi hanno riposto nella cartella i libri e hanno fatto colazione. Durante la ricreazione ci sono stati dei bambini che ci hanno fatto domande di vario tipo, altri che parlavano con la maestra e altri ancora che giocavano tra di loro. Alla campanella di fine intervallo si sono seduti e noi ci siamo presentati. Il primo che ha letto è stato Matteo che ha raccontato “La magica medicina” una storia che è piaciuta molto, a tal punto che ha ricevuto degli applausi. Poi a seguire Giulia che ha portato un libro intitolato “I draghi d’Islanda” che a sua volta è piaciuto molto soprattutto agli appassionati di fantasia. Dopodiché Riccardo che ha letto un racconto di fantasia ispirato ad Harry Potter chiamato “I tre Fratelli”. Poi Lucrezia e Alice hanno raccontato “Il piccolo principe” pieno d’immagini che hanno intrattenuto i bambini. L’ultimo sono stato io con “La fabbrica di cioccolato di Willy Wonka”, il libro più apprezzato, tant’è che non volevano che io smettessi di leggere, dicevano in coro: “Ancora, ancora!!!” Verso le Undici abbiamo finito tutti e i bambini ci hanno dedicato un grande applauso e ci hanno urlato in coro: “Bravissimi, siete degli ottimi lettori”.

Sono stato molto bene, è stata una bellissima esperienza e spero che il prossimo anno si rifaccia. Devo fare i complimenti ai bambini che sono stati perfetti, anche la maestra non è da meno, ogni volta che uno di noi finiva di leggere faceva domande per intrattenerli e loro rispondevano composti alzando la mano.

Lorenzo Giani,1^C Liceo Scientifico


Devo ammettere che nella scelta delle classi in cui leggere il libro nessuno voleva la quinta. Perché? Semplice: tutti pensavano che la quinta fosse formata da bambini ormai “grandi” rispetto a le altre classi presenti, quindi di conseguenza i più rumorosi e indomabili. Abbiamo scelto dei libri, chi troppo semplici, chi troppo difficili, ma alla fine li abbiamo scelti, anche se con alcuni dubbi. Siamo arrivati nella classe prediletta la mattina ed era il momento della ricreazione in cui tutti stavano per mangiare, così abbiamo aspettato, sistemandoci nel frattempo. L’ordine delle letture era stato deciso e tutti i bambini erano tornati ai loro posti. Almeno io sono rimasta decisamente sorpresa del fatto che nessuno fiatasse, non una mosca non un commento, semplicemente tutti erano in silenzio e tutti ci ascoltavano, o perlomeno, anche se non ascoltavano stavano in silenzio. Cioè, sono stati degli alunni migliori di noi! Forse eravamo noi quelli meno attenti. Eppure la nostra non è stata l’unica classe, dato che in diverse classi ci sono stati molti ragazzi e ragazze che sono arrivati a proposte di matrimonio e fidanzamento molto romantiche, con tanto di stelline e cuoricini come regalo, insomma, hanno conquistato un po’ tutti. Poi ci sono stati dei ragazzi e delle ragazze che hanno ricevuto dei disegni, soprattutto dalle prime e seconde, di cui uno non abbiamo potuto fare altro che appenderlo. A prescindere dalla rumorosità o meno della classe, che abbiano fatto delle dichiarazioni su dei bigliettini o  dei disegni per qualcuno, siamo tutti riusciti a uscire felici da quella scuola, e spero che una volta finite le nostre letture anche loro siano stati felici, almeno un pochino di quanto lo siamo stati noi.

Lucrezia Furolo, 1^C Liceo Scientifico


ELABORATO DELLA VISITA ALLE ELEMENTARI IL 19 NOVEMBRE

Martedì 19 Novembre io e la mia classe ci siamo recati alla scuola elementare “Sandretti” per leggere libri ed intrattenere i bambini per due ore. Posso dire di essere stata in ansia, mentre andavamo alla scuola a piedi sotto la pioggia. Era da tanto che non andavo alle elementari e non avevo la minima idea di come trattare bambini di nove anni meno di me. Ci eravamo divisi in gruppi da sei ed io ero capitata proprio in una classe della prima. Quando siamo arrivati al secondo piano davanti alla classe e abbiamo aperto la porta, ci siamo ritrovati 20 faccette dolci e ingenue a fissarci, in più la maestra che da lì a poco sarebbe andata via.

Avevo portato solo un libro che alla fine non avevo letto visto che i bambini sono sopravvissuti solo per un’ora poi hanno iniziato a fare confusione e così noi abbiamo iniziato a leggere sempre più storie ma intanto solo quelli in prima fila ci ascoltavano. Infatti c’era chi si alzava o girava per andare a parlare con altri compagni o chi si avvicinava per studiare meglio la cartina geografica dell’Italia. Alla fine abbiamo dovuto fargli disegnare un gatto protagonista del libro che aveva portato un mio compagno. Abbiamo disegnato il gatto alla LIM e loro lo hanno ricopiato e colorato. Questa è stata la parte migliore dell’ora, infatti mentre loro coloravano noi siamo passati tra i banchi, abbiamo dato dieci e lode a tutti e li abbiamo aiutati a disegnare. Per parlare con loro bisognava inginocchiarci ed avvicinarsi perché erano troppo timidi ed avevano la voce acuta, tipica dei bambini. Fortunatamente ho letto solo due storie perché più che leggere quello si trattava di urlare per farsi sentire in tutta l’enorme stanza. Nonostante tutto è stato molto carino e divertente passare due ore insieme ai bambini, loro sono stati sempre molto gentili e dolci e nonostante si fossero annoiati un po’ hanno sempre cercato di intervenire e dire la loro. Da questa esperienza ho capito che non voglio fare la maestra delle elementari.

Martina Carriero, 1^C Liceo Scientifico


La mia esperienza

Durante il viaggio che ci separava ero impaurito sono sempre stato timido e lo rimarrò per sempre; dentro di me cercavo di rassicurarmi ma non accadeva nulla poiché ad ogni passo che facevo la paura si ingrandiva era ancora nascosta però riuscivo a percepirla.

Entrai nella scuola, improvvisamente mi sentii felice, non dimenticherò mai le sensazioni che ho provato nel sentire le vostre voci, i vostri saluti, i vostri occhi pieni di gioia, siete riusciti a creare un mondo nuovo tutto vostro che non conosce niente al di fuori delle possenti pareti che vi circondano.

Salii le scale che portavano al primo piano in un attimo mi ritrovai davanti alla vostra porta, non avevo il coraggio di aprirla la feci aprire ad un mio compagno; entrai nella classe osservai attentamente ciascuno di voi, immaginavo cosa stavate pensando in quel momento.

Mi presentai come tutti i miei compagni, decisi di concentrarmi al massimo per non deludervi, cominciai quindi a leggere la storia che avevo scelto per voi ogni tanto cercavo furtivamente di osservare i vostri comportamenti, vi posso soltanto dire che siete fantastici.

In conclusione voglio dirvi una cosa non siete importanti per ciò che fate, ma per ciò che sentite dentro di voi, siete diversi sì; ma sicuramente siete unici nella vostra diversità!!!!!!

Oualid Ezzine, 1^C Liceo Scientifico


L’altro ieri siamo andati alle elementari a Colle di val d’Elsa, alla scuola elementare Salvetti, dove siamo andati a leggere alcuni libri come per esempio Scooby-doo.

Appena siamo entrati nella classe 3° i bambini ci hanno accolto con gioia facendoci sentire a proprio agio, così abbiamo iniziato a leggere i libri portati da ognuno, sinceramente ero un po’ teso e vergognato. Vedendo però i bambini attenti e particolarmente silenziosi, ho letto in maniera molto sciolta e con più sicurezza del solito. Alla fine delle due ore di lettura, dopo che avevamo letto tutti i bambini hanno intonato un grande applauso e credo che tutti noi ci siamo emozionati, inoltre ci hanno regalato dei disegni molto belli, talmente significativi, che li abbiamo attaccati alla parete della classe e molti altri ce li siamo tenuti per ricordo. In conclusione è un’esperienza che riproporrei alle future classi, come esperienza educativa.

Pietro Cennini, 1^C Liceo Scientifico


Il 19 novembre sono andato insieme alla mia classe in visita alla scuola elementare “Salvetti” di Colle per leggere dei libri ai bambini che la frequentano. Questi libri sono stati scelti da me e da noi a seconda della classe nella quale venivamo mandati. La nostra classe era stata divisa in vari gruppi, il mio era stato assegnato alla 2°D, e quindi il libro che avevo scelto per l’occasione era un libro illustrato con poche parole e tante immagini. Il giorno della visita quando siamo entrati nella classe e i bambini con uno scatto frenetico sono subito accorsi ad abbracciarci. Dopo le presentazioni i bambini si sono messi accucciati sui sui banchi e in silenzio si sono messi ad ascoltarci. Il libro che ho letto io insieme al mio compagno Acif è piaciuto tantissimo ai bambini, alla fine del racconto hanno riso e applaudito. Al momento della nostra partenza i bambini hanno abbracciato di nuovo e ci hanno consegnato dei bigliettini dove c’era scritto: vi amiamo, vi vogliamo bene, leggete benissimo etc… Questa gita alle elementari mi è piaciuta tantissimo. Mi ha riscaldato il cuore e mi ha fatto venire la voglia di tornare ad essere un bambino della loro età.

Pietro Nardi, 1^C Liceo Scientifico


Martedì 19 novembre noi della 1°C del Liceo Scientifico “A. Volta” siamo andati alla scuola elementare Salvetti per leggere agli vari alunni dei libri scelti da noi in base alla classe in cui eravamo divisi. Appena entrati abbiamo trovato subito un’atmosfera molto accogliente e piacevole, propria di una scuola elementare. Io ed altri miei compagni eravamo a leggere i nostri libri a dei bambini di 5°, avevamo portato dei libri molto interessanti, c’erano “La fabbrica di cioccolato”, “Il Piccolo Principe”, “Fiabe d’Olanda” ed altri. Io mi ero portato con me “Le fiabe di Beda il bardo” e ho letto ai bambini una favola tratta dai libri di Harry Potter cioè “La favola dei tre fratelli”.

Le letture dei libri sono durate circa un’ora e mezzo e alla fine di esse abbiamo fatto un sondaggio su quale libro era piaciuto di più ai bambini, e ha vinto un libro che si intitolava “La magica medicina”. Insomma, l’esperienza fatta alle scuole elementari è stata molto costruttiva, mi ha fatto ricordare la mia infanzia di quando ero anch’io un bambino ed è stata anche molto divertente.

Riccardo Guerranti, 1^C Liceo Scientifico


L´esperienza alla scuola Salvetti di Colle di martedì scorso è stata, come dire, un’esperienza tanto nostalgica quanto divertente.

Devo ammettere che tuttavia quando, la professoressa ci ha comunicato che ci saremmo recati alla scuola per leggere le storie ad i bambini, ero un po’ scettico poiché pensavo che avrei dovuto esporre un libro con molte immagini e poca parte scritta e che quindi mi sarei annoiato.

Però dal momento che potevamo scegliere un libro a nostro piacimento decidi di portare uno delle storie che ci leggeva la mia maestra quando anche io frequentavo le elementari: il mostro peloso; un connubio di rime, idiozie e barzellette che ai miei tempi faceva un grande scalpore.

Arrivò il fatidico giorno ed io e la mia classe ci dirigemmo fino alla scuola elementare Salvetti dove molti bambini ci aspettavano sgranocchiando le loro merende.

Appena arrivati ci smistammo per le classi ed io insieme ad altri 4 compagni capitai nella 3°A.

Appena entrai in quella piccola, ma confortante aula la mia faccia e quella di miei compagni si dipinse di un’espressione dolce, ma allo stesso tempo malinconica nel vedere tutti quei bambini indaffarati a scambiarsi le figurine o a giocare con bambole e macchinine.

Immediatamente un’ondata di nostalgia mi fece rimpiangere di quando anche io sedevo tra quei banchi, con il grembiule nero e tanto entusiasmo nel passare 8 ore a scuola.

Finito l’intervallo i bambini si riposizionarono sui loro banchi sgombri e noi iniziammo a leggere i nostri racconti. Il mio ricevette grande ammirazione dal pubblico tanto che lo rilessi tre volte e man mano che sfogliavo quelle pagine, la seconda, la terza volta, quel po’ di vergogna che avevo svanì come fumo ed io adottai più sicurezza. Spiegai i termini più obsoleti, mostrai le immagini ad i più curiosi e quasi imparai a memoria quel libro che dopo anni ed anni non ha perso di sicuro l’effetto i affascinare e far divertire. Io personalmente mi sono divertito molto e credo che questo progetto sia stato piacevole anche per coloro che ascoltavano. Ah sì, alla fine i bambini sono venuti a parlarci ed a regalarci i loro disegni che avevano fatto per me ed i miei compagni, non ho mai ricevuto così tante richieste di fidanzamento!

Simone Antonelli, 1^C Liceo Scientifico


Andare alle elementari “Salvetti” è stata un’esperienza nuova e molto carina! Ci siamo trovati subito ben accolti dalle maestre e confortati dalle alte mura colorate dell’edificio. Non molto dopo venimmo portati dagli alunni di una classe terza, ai quali avremmo dovuto leggere dei libri da noi scelti. Nonostante l’iniziale atmosfera cupa presente nella classe a noi affidataci, leggendo i nostri racconti, di qualsiasi tipo si voglia, siamo riusciti a rallegrare l’intera aula rendendo la lettura coinvolgente e divertente. Alcuni dei bambini infatti ridevano alle battute comiche presenti nei libri, o commentavano le numerose immagini con le loro espressioni.

Gemma Bartalucci, 1^B Liceo Scientifico


Dopo quegli ultimi giorni passati ad organizzarci eravamo finalmente pronti, all’appello eravamo tutti ed i libri erano distribuiti in modo ordinato. Arrivati alla scuola depositammo gli ombrelli in un angolo, ovviamente pioveva, ed essendo in trentadue esso si riempì completamente. Avevamo un po’ di ansia da prestazione, ma eravamo dal principio disposti ad aderire a questo progetto, probabilmente anche perchè così avremmo saltato delle materie che avremmo avuto quel giorno, compresa un’interrogazione.

Ci divisero nelle rispettive classi, dove avremmo dovuto leggere i nostri libri. Non sapevo come mi sarei dovuto comportare con loro e questo non mi rassicurava. Appena entrati, subito i bambini ci accolsero, esortati dalla professoressa o maestra – sono un po’ indeciso su come chiamarle – con un “buongiorno”. Non ci sentivamo molto a nostro agio, ma procedemmo comunque con il presentarci timidamente, mentre la maestra ci invitava ad appoggiare i nostri giubboti su una sedia lì vicino.

Eravamo ancora sulla soglia della porta, che l’insegnante ci fece una domanda inconsueta, cioè se avevamo la patente; noi rispondemmo, un po’ imbarazzati, di no e subito dopo lei ci svelò, un po’ delusa, che ci aveva posto la domanda perchè gli alunni avevano fatto per noi dei disegni dove eravamo in sella alle nostre moto, che dolci!

Dopo brevi presentazioni e aver fatto sedere i piccoli intorno a noi incominciammo a leggere. Fu molto divertente, anche se stancante, e contro le mie previsioni i bambini furono molto diligenti e ascoltarono con attenzione senza distrarsi e fare rumore. La parte migliore, però, arrivò quando, per passare gli ultimi minuti, ho fatto fare ai piccoli i minigiochi presenti in fondo al libro; infatti, appena chiesi loro se volessero completarli, mi circondarono tutti insieme, accalcandosi e affannandosi per cercare di risolverli. Infine, prima di andare via, i piccoli alunni ci consegnarono i disegni che avevano creato per noi, che carini! Le maestre che ci supervisionarono furono brave e attente e forse fu grazie a loro che ci fu così tanto silenzio durante quelle ore.

Come resoconto devo ammettere che è stato molto piacevole e che ho letto discretamente, spero che anche ai bambini sia piaciuto e sarebbe bello rifarlo.

Leonardo Mancini, 1^C Liceo Scientifico



Commenti degli studenti della 2B Liceo Classico:

8 again – Ritorno alle elementari

“Io, io maestra”- chi di qua e chi di là; non si riusciva a riconoscere da che parte provenisse quel grido che chiedeva di essere ascoltato. C’era chi sbraitava pur di dire qualche parola in più rispetto ai suoi compagni, e chi se ne stava appoggiato al muro con la testa fra le nuvole. C’era chi aveva la bocca serrata, non perché provasse timidezza di fronte a quattro nuove compagne; ma perché era assonnato tanto da non far uscire dalla sua boccuccia rosea nemmeno una parola.

Eh sì lettori, avete letto correttamente: ben quattro nuove compagne in un giorno solo e tutte provenienti dalla stessa scuola, dalla stessa classe! Alquanto strano, vero? Beh diciamo che queste nuove amichette sanno leggere come se fossero delle attrici, sanno coinvolgere i bambini e sì, diciamoci la verità, sono anche un po’, forse un pochino tanto, orgogliose di quello che riescono a fare con quelle voci. Compagne, lettrici e maestre sono state per una mattinata queste quattro alunne del liceo Alessandro Volta di Colle Val d’Elsa nella scuola elementare “Salvetti” della stessa città. Le studentesse hanno voluto trasmettere la loro passione per i libri leggendo fiabe, favole e racconti dell’epica cavalleresca. Cosa c’è di meglio che ascoltare la povertà della piccola fiammiferaia, l’amicizia tra Gerda e Kay, la virilità del re Artù e la bontà del gigante egoista? Sono queste storie che hanno attratto, attraggono e continueranno ad attrarre per secoli e secoli, le generazioni dei bambini di tutto il mondo.

Marta Spacone, 2^B Liceo Classico


Appena entrai in quella classe mi saltò subito all’occhio una cosa, gli sguardi dei bambini, ti guardavano attoniti, un po’ perplessi, incuriositi da cosa tu ci facessi nella loro classe e volenterosi di sapere chi fossi. Mi rivedevo nei loro sguardi e nei loro volti, ricordai molti momenti della mia infanzia quando li vidi, il primo giorno di scuola, la prima verifica, il mio primo compagno di banco, l’ultimo giorno di scuola, la paura per la prima prova invalzi… Appena iniziai a leggere il libro vedevo i loro sguardi attenti sulla storia che gli stavo raccontando, chiedevano e domandavano continuamente delle cose sulla storia e ti sentivi felice perché avevi catturato la loro attenzione. Sono momenti difficili da scordare, momenti che ti fanno ritornare alla memoria molti ricordi del passato. Quindi vorrei ringraziare questi bambini per i mille ricordi che mi hanno fatto tornare alla memoria.

Tobia Grazzini, 2^B Liceo Classico


Progetto Salvetti

“Da che scuola venite?”, “Come siete grandi…”, ci dicono i bambini della 3^B a me e le mie compagne di avventura, sorridendo e guardandoci con occhi increduli. Ci mettiamo a sedere e dopo qualche incertezza iniziamo a presentare i libri che abbiamo portato davanti ai loro occhietti spalancati e curiosi. Le domande, i sorrisi a 32 denti, le buffe espressioni e la loro ingenua curiosità hanno subito creato un’ accoglienza calorosa e un ambiente familiare, in cui noi ci sentiamo a casa e troviamo anche lo spunto per qualche risata. ‘’In un paesino c’era una bambina che vendeva i fiammiferi all’angolo della strada’’, inizia Camilla leggendo ‘’La piccola fiammiferaia’’. Le loro bocchette si aprono in modo buffo e le loro orecchie sembrano incamerare ogni minimo particolare della storia. La loro attenzione ci sorprende e nonostante la triste fine della storia, capiscono subito il significato della fiaba. Poi Martina attacca con “La regina delle nevi”.

La storia conquista immediatamente le femminucce, lascia più indifferenti i maschietti, anche se comunque sembra interessare anche loro. Poi continua Marta con “Re Artù e la spada excalibur”. Al contrario, questa storia colpisce di più i bimbi, che si rivedono nel potente re Artù e nei suoi valorosi gesti, forse immaginando nelle loro testoline di diventare forti come lui. “Nel 1883 nasceva in Francia una bambina chiamata Gabrielle Chanel”, inizio a leggere io attirando su di me gli occhietti affascinati delle bimbe. Subito dopo attacco con “Il gigante egoista”, che invece non sembra essere piaciuto molto alla classe. “Io disegno ‘La regina delle nevi’!”, “Io Coco Chanel!”, “Io re Artù!”, “Io ‘La piccola fiammiferaia’!”. Facciamo passare i vari libri tra i banchi e ci divertiamo a sentirci chiamare qua e là da quelle vocine. Aiuto a colorare i vari disegni anche se non posso aiutare a disegnare perché di fatto sono più bravi di me! Attaccano i disegni sui loro quaderni ‘rossi’ e ci chiamano per farci firmare su di essi. Aggiungo alla mia firma anche due cuoricini e ci salutano durante la ricreazione con tanti abbracci e bacetti, ovviamente ricambiati da noi.

Elena Bettarini, 2^B Liceo Classico


Relazione visita scuola elementare Salvetti.

Personalmente penso di non ricordare una mattinata scolastica piena di così tanta tenerezza e abbracci come quella passata alla scuola elementare Salvetti. Insieme alla mia classe ed alcuni professori siamo andati, divisi in piccoli gruppi, a leggere alcune storie ai bambini di tante classi. A me e alle mie compagne è toccata una seconda elementare, bambini di circa sette anni; ci eravamo messe d’accordo per leggere loro alcuni racconti raccolti in un grande libro, che narra le storie d’amore più belle ed emozionanti della storia. Abbiamo letto loro la lotta di Pocahontas e John Smith per coronare il loro amore, quello avventuroso di Robin Hood e Lady Marian, oppure quello divino di Orfeo ed Euridice e tanti altri. Abbiamo scelto alcune storie proprio per affrontare con giovani menti un argomento che purtroppo non è mai dato troppo per scontato, quello dell’amore. Per far capire loro che non bastano differenze di genere, condizione sociale o culturale a dividere due cuori, per far capire loro che l’amore è universale e niente può ostacolarlo. La reazione che hanno avuto a questa lettura è stata la cosa più piacevole, è scoppiata una bomba di dolcezza che ha invaso tutta la classe. Onde di bambini ci abbracciavano ed eravamo sommerse da bigliettini colorati pieni di dediche e cuori, il messaggio ha colpito nel segno!

Camilla Lisi, 2^B Liceo Classico


Una giornata alla scuola Salvetti

Fu stupendo entrare in quella classe. Tanti nanetti che a stento raggiungevano il banco, carico di libri e astucci aperti pieni di matite e penne senza tappo o quelle manine sporche per i pastrocchi che avevano realizzato. Mi sedetti insieme alle mie compagne di avventura e ammirai con stupore estremo la lavagna multimediale, sulla quale si trovavano scarabocchi e un po’ di spiegazioni riguardanti la struttura della fiaba…che emozione! Fu un tuffo nel passato, i ricordi dell’infanzia e delle elementari che affioravano la mente dopo tanto tempo, i pasticci innocenti, quell’aria di inconsapevolezza e la presenza delle maestre, così care e severe nel momento giusto. Iniziammo a leggere varie scritture gioconde e divertenti, ponendo loro alcune domande sul loro contenuto e loro rispondevano con il sorriso sul volto o la risata in bocca, trepidanti di esprimere una propria opinione, corretta o sbagliata che fosse. Dopo aver svolto quell’attività, tutti i bambini avevano il bisogno di rappresentare su un foglio la loro storia preferita e quello è stato il mio momento preferito: correre di qua e di là tra i banchi, cercare di dare un aiuto a chi non sapeva disegnare (detti subito la matita a Marta, perché non ero in grado di raffigurare il volto della piccola fiammiferaia), i bambini che perdevano i tappi delle colle e ritrovarle, abbassandomi per scorgerle sotto gli armadi o i banchi (ci sono riuscita, pur battendo la testa), oppure quelli che avevano bisogno della mia firma sotto il disegno (mi sembrava di essere stata un personaggio famoso) o dare un po’ di grinta ai più timidi e spronarli a buttare sul foglio qualche rigo, non per forza un disegno se non ne erano capaci. Poi abbiamo provato a colorarli e i bambini dovevano appiccicarli sul quaderno per ricordare questa esperienza memorabile, sporcandosi tutte le mani e i grembiuli con la colla che erano tutti lindi e puliti ( all’elementari ero quella che commetteva più disordini e intrugli di qualsiasi altro mio compagno, sporcando il grembiule bianco che diventava nero). Alla fine tutti chiedevano le firme con penne colorate, quelle che utilizzavo anche io: rosa, arancione, azzurra e altre di colori molto stravaganti e dovevo inginocchiarmi per arrivare al pari del loro banco. Alla fine delle due ore, tutti si sono alzati e mi hanno chiamato poiché dovevano dirmi qualcosa all’orecchio:’’ Camilla sei bellissima!’’. E poi tutti si sono riuniti attorno a me, mi hanno abbracciato e mi hanno salutato calorosamente. Ma non è finita qui: proprio mentre uscivo dalla classe, un bambino ha detto il mio nome e mi ha svelato che ero la sua preferita. È stata un’esperienza unica e soprattutto ho ricevuto più complimenti quel giorno che in tutta la mia vita!

Camilla Donati, 2^B Liceo Classico


E che viaggio!

Un giorno ho fatto un viaggio. Non molto lontano, né per molto tempo, ma ho fatto un viaggio, ed è stato bellissimo. È successo pochi giorni fa, ed ho portato con me un libro, due amiche, una ventina di bambini e qualche insegnante. Ho fatto un viaggio, e come in ogni Viaggio degno di portare questo nome, all’inizio l’emozione si tagliava col coltello. Già, eravamo tutti in fibrillazione; in primis noi tre ragazze, in veste di maestre-per-un-giorno, e poi, soprattutto, quegli alunni di terza elementare che se ne stavano lì, seduti con occhi assorti, a guardarci, come indecisi fra l’essere straniti o dipendenti da ciò che stavamo dicendo. Ed è lì, credo, che ha avuto inizio il nostro viaggio. Durato poco meno di due ore, che avevamo deciso di indirizzare verso il riepilogo degli errori grammaticali più comuni, armate solo di un libro di Gianni Rodari e di tanta, ma tanta voglia di far imparare qualcosa a quegli esserini confusi, magari facendo fare loro anche qualche risata.

Non ci crederete mai, perché non ci credevamo nemmeno noi, ma ha funzionato. Tutto è andato come doveva andare. Non secondo i piani, ma esattamente come doveva andare. Nessuno che dormicchiava, nessun richiamo all’attenzione, nessun bimbo offeso o imbronciato, nemmeno quelli che, da quando abbiamo messo piede nell’aula, avrebbero pagato oro per farsi riconoscere. Ma partiamo con calma.

Presentazioni.

Giro di nomi. Come è sempre stato, com’è giusto che sia.

Chi si presenta con un filo di voce, chi non sa dire la “S” a causa di qualche nuova “finestra” in bocca, e chi, con le sue origini straniere, pronuncia un nome che non ricorderemo mai.

Il resto vien da solo, ad ogni storia che leggevamo, la loro attenzione cresceva, a ogni gioco che introducevamo loro, si divertivano sempre di più, compreso quel gioco a squadre in cui ognuno ha dato il meglio di sé, rendendo soddisfatte noi tre, le loro maestre e, prima di tutti, loro stessi, pur rattristati all’idea che ogni minuto che passava ci faceva avvicinare alla fine di quell’esperienza.

Ripeto, non ci crederete, perché non ci credevamo nemmeno noi, ma è stato un viaggio meraviglioso. Il mezzo di trasporto era la fantasia, e la speciale combriccola che lo compiva si racconta da sé.

Non è durato molto, ma se fra qualche anno almeno uno di quei venti bambini si ricorderà di quel giorno, e sorriderà nostalgicamente ripensandoci, allora potrò affermare con fierezza che io, un viaggio, l’ho fatto davvero.

E che viaggio!

Aurora Cecchelli, 2^B Liceo Classico


Fa sempre molto piacere tornare in una scuola elementare, con colori vivaci, disegni e cartelloni ovunque e bambini che sbucano dalla porta della classe nei loro grembiuli e con le mani disegnate di pennarello. Fa piacere e un po’ di malinconia tornare a rivedersi, in un certo senso, tornare indietro nel tempo ma avendo in testa tutte le risposte alle mille domande che a otto anni tutti hanno. È questo quello che abbiamo fatto alla scuola elementare Salvetti. È stato un po’ faticoso, i bambini rilasciano tanta tanta energia, ma altrettanto è stato il divertimento. In questa esperienza il nostro tentativo era proprio quello di unire lo svago all’insegnamento. Infatti ci siamo preparati letture, giochi e sfide da fare insieme, con tema “errori grammaticali”. Anche se ogni tanto le H finivano nelle parole sbagliate, le doppie lasciate per strada e le I dimenticate nel libro, ci siamo fatti un sacco di risate. I bambini si sono divertiti, erano partecipi e interessati, quasi da doversi far richiamare dalla maestra per parlare uno alla volta o per rimanere seduti al proprio posto. E noi eravamo contenti e soddisfatti. I bambini hanno molta creatività e perciò abbiamo deciso di sfruttarla, dando loro piena libertà nello scegliere cosa scrivere in un bigliettino, che accartocciato nella carta stagnola sarebbe diventato un sassolino che abbiamo messo dentro dei palloncini, come i tanti pensieri che fanno rumore dentro la nostra testa.

I palloncini pieni di pensierini penzolano attaccati ad un filo nell’aula, sperando che non li abbiano fatti scoppiare in un terribile mal di testa di sassolini! Eravamo lì per insegnare qualcosa ai bambini ma, involontariamente, sono stati loro ad insegnare a noi quello che forse avevamo un po’ dimenticato, (e per fortuna non era la grammatica).  Dovremmo imparare proprio dai più piccoli ad essere più spensierati, mani rigidi, dire le cose, senza paura di sbagliare, o per esempio mancare un accento! E di diffondere più vivacità, anche con poco, per se stessi e per ridere insieme agli altri, perché è una sensazione bellissima, quella di stare bene, con tutti, a prescindere dall’età e da ogni cosa, da ogni limite che ci imponiamo. Tutti siamo stati piccoli, ma crescendo non dobbiamo scordarlo.

 Elena Lorini, 2^B Liceo Classico


Ho partecipato, la settimana scorsa, al progetto “Libriamoci”. Conoscevo già le sue dinamiche, poiché vi avevo preso parte l’anno scorso. Questa volta sono capitata in una terza, in una classe composta da pochi bambini. Dopo le varie presentazioni, abbiamo iniziato a leggere i libri che avevamo scelto. Io ho presentato la “Regina delle nevi”, una fiaba che nessuno sapeva e per questo ho riscontrato un discreto successo. Alla fine della lettura, abbiamo fatto delle domande e abbiamo potuto notare che erano stati molto attenti, poiché sapevano rispondere a tutte. Le mie compagne hanno letto: “La piccola fiammiferaia”, “Re Artù e la spada Excalibur”, “Storie della buonanotte per bambine ribelli” e “Il gigante egoista”. Anche in questo caso i bambini sono stati molto bravi. In seguito gli abbiamo fatto fare un disegno della storia che gli era piaciuta di più: sono dei veri artisti!!! Un alunno, però, non voleva rappresentare niente perchè non gli erano piaciute le storie, ma alla fine siamo riuscite a convincerlo. Infine abbiamo autografato i loro disegni. Concludo dicendo che è stata una bella esperienza, dato che mi ha fatto capire quanto sia difficile il lavoro di maestro/professore.

Martina Bagnoli, 2^B Liceo Classico


Un palloncino, una speranza

Siamo quella generazione che non ha affatto voglia di andare a scuola, quelli che si alzano la mattina sbuffando e cercando ancora quei cinque minuti in più nel lato del letto sempre caldo. Pensandoci bene anche le vecchie generazioni non avevano poi così tanta voglia di affrontare continue e interminabili giornate di scuola. Ma non è questo il punto. Ciò che voglio affrontare è come veramente, non sto scherzando, ci si possa divertire andando a scuola. Voi mi risponderete ridendo: ”Sicuramente c’è qualcosa che non torna!”.

E infatti è proprio così; la mattina di giovedì 21 novembre siamo andati a scuola, ma non nella nostra, alla scuola elementare Salvetti. Una ventina di bambini di terza elementare che ti ascoltano, chi più chi meno, con quegli occhioni spalancati e le braccia conserte appoggiate sul banco, la testa piegata di quelli in prima fila e le ginocchia piegate sulla sedia di quelli seduti in ultima fila sono uno spettacolo per chi, come me e i miei compagni, parla. Uno sbuffo e un sorriso, una storia e un gioco, è così che è trascorsa la mattinata. Noi che abbiamo letto delle filastrocche sulla grammatica abbiamo cercato di farli giocare proprio sugli errori grammaticali: c’erano i soliti tre bambini, o meglio, le solite tre bambine, che facevano a gara a chi alzava più in alto la mano, si allungavano per farsi vedere meglio (o per fare stretching, non so), le vedevi che volevano rispondere a ogni domanda anche se la risposta alla fine non la sapevano, spalancavano gli occhi, ci guardavano fisse pensando che forse la telecinesi funzionasse e addirittura si alzavano in piedi quando si accorgevano che stavamo puntando un altro. E poi c’erano loro, quelli timidi, all’angolino destro e sinistro dell’aula, che tentavano di nascondersi dietro a quelli più alti, abbassavano lo sguardo e si stringevano in se stessi, si chiudevano. Ma noi, che li riconoscevamo subito, li chiamavamo a scrivere la risposta alla lavagna sentendo i lamenti degli intelligenti e sapendo che dentro gli intervistati qualcuno ci stava odiando. E poi la storia delle teste vuote. Abbiamo gonfiato dei palloncini e ogni bambino doveva scrivere su un fogliettino attaccato a della carta stagnola un pensiero per riempire la “testa vuota” del palloncino. Credevamo tutte che quei palloncini sarebbero durati come un gatto in tangenziale ma ci hanno sorprese, dopo cinque minuti i palloncini ancora resistevano in mezzo alle grinfie di 21 alunni di nove anni che potevano arrabbiarsi per aver perso la loro penna. Forse perché in classe erano presenti anche le maestre? Perché, diciamolo, noi alla fine non contavamo niente, noi non potevamo far loro niente, rimproverarli, sì, ma poi basta, solo le maestre avevano un certo potere su di loro. Però devo dire che mi hanno stupito, ci hanno ascoltato ma soprattutto alla fine, quando stavamo per andarcene, ci hanno offerto delle noccioline e, se un bambino offre ad altri il suo cibo, allora possiamo veramente dire di aver fatto un buon lavoro.

La mattina è trascorsa veloce e non avremo più mattine come questa, da adesso in poi continueremo ad andare a scuola, alla nostra scuola, scrivere e imparare, mai leggere “Gli errori grammaticali”. Ma magari, un giorno, spunterà dalla finestra della classe un palloncino, con 21 bigliettini dentro, una testa vuota che è volata via e noi sapremmo che i bambini non l’hanno ancora distrutta.

Sara Viani, 2^B Liceo Classico


Recensione sull’uscita presso la scuola elementare Salvetti

Non sono una persona che ama i bambini ma i piccolini della classe seconda della scuola elementare Salvetti mi hanno fatto veramente innamorare. Appena entrata in questa classe venti piccoli occhietti mi hanno scrutato e durante la mia lettura hanno continuato ad osservarmi affascinati come se stessero guardando una creatura estranea, mai vista prima. Però a poco a poco si sono risvegliati da questo torpore e sono diventati dei mostriciattoli rubacuori. Tra letture e le dichiarazioni d’amore ho passato due ore fantastiche in questa classe. Spero di poterci tornare presto e di poterli rivedere.

Virginia Sisti, 2^B Liceo Classico


21 Novembre 2019

Siamo entrati in una terza elementare che difficilmente svanirà dai miei ricordi. Tanti bambini che aspettavano che noi leggessimo e spiegassimo loro i miti degli eroi Greci raccontati da Percy Jackson. L’attenzione dei bambini è ricaduta immediatamente sul contenuto della mia borsa di stoffa, ovvero un piccolo premio dopo a lettura: caramelle alla coca cola e patatine. Sono stata la prima a leggere e spiegare il mito di Perseo e Medusa, che successivamente è stata il soggetto preferito dei bambini quando gli è stato chiesto di disegnare il personaggio che più li aveva colpiti. Dopo aver finito di leggere e disegnare siamo passati tra i banchi a consegnare il meritato premio che si è letteralmente polverizzato tra le mie mani. Quando è arrivato il momento di salutarci c’è stato uno scambio di contatti per rimanere sempre connessi. Questo è stato il secondo anno di questo progetto, un progetto che regala sempre emozioni nuove con la speranza di scorgere piccoli classicisti tra quei banchi.

Francesca Nicole Cerchiara, 2^B Liceo Classico


Un’esperienza straordinaria!

Mi piace definirla così; una giornata piena di emozioni, piena di divertimento, giochi e scuola.
Questi bambini in sole tre ore hanno saputo trasmettermi chi amore, chi timore, chi paura, chi simpatia e chi fantasia.

Siamo entrate in classe, una classe qualsiasi, con dei bambini all’apparenza qualsiasi; siamo uscite da quella classe, proprio dalla 2C, con dei bambini speciali. Fantastici.
Amo i bambini e credo si sia notato, non conoscevo nessuno, loro però in pochissimo tempo sono riusciti a donarmi un particolare del loro carattere.
Finita la lettura, sembravate personcine conosciute da sempre, tutti in fila uno ad uno siete venuti ad abbracciarci come fossimo vostre amiche.
In tutta la mia vita non avevo mai ricevuto tanti “TI AMO” come in quella mattina; son sensazioni che rimangono incise dentro.

Adele Pisaneschi, 2^B Liceo Classico